INA: gli anni d’oro della piccola propaganda
28 Luglio 2022
Nella storia dell’Istituto nazionale delle assicurazioni sono due i periodi nei quali la piccola propaganda, composta da volantini, pieghevoli, opuscoli e volumetti pensati per pubblicizzare i diversi aspetti dell’ente assicurativo di Stato, raggiunse, sia per la loro varietà che per la collaborazione con importanti artisti e per la presenza di grafici interni di rilievo, una grandissima diffusione e un’ottima qualità: gli anni del fascismo e quelli del boom economico.
In entrambi i momenti il concetto di previdenza, l’offerta di polizze, sia nella forma ordinaria che in quella popolare, e il grande patrimonio immobiliare dell’Istituto, come altri e importanti argomenti, sono oggetto di questa piccola ma efficace pubblicità, che affianca la cartellonistica affidata a grandi nomi.
Ogni periodo con le proprie caratteristiche: nel ventennio fascista l’assicurazione popolare è celebrata come strumento del regime per la diffusione della previdenza, come anche per la formazione di piccoli capitali da reinvestire, per esempio, nella modernizzazione del lavoro agricolo tramite l’acquisto di una moto aratrice (in sottofondo l’eco della battaglia del grano). I pieghevoli e gli opuscoli ideati per presentare e diffondere le varie tipologie di assicurazioni popolari, come la polizza XXI aprile – assicurazione questa pensata per le masse lavoratrici in accordo con le Confederazioni dei lavoratori – la Rurale o la Balilla, sono arricchiti in copertina da notevoli disegni di Marcello Dudovich.
Ancora durante il ventennio è il patrimonio immobiliare a rappresentare la solidità dell’ente quale forza finanziaria del regime fascista: in un volumetto del 1933 l’opera edilizia dell’Istituto a Roma, in Italia e nelle Colonie, viene celebrata con un numero speciale della rivista “Opere pubbliche”, ricco di informazioni, piante e immagini, realizzate immediatamente dopo la costruzione degli edifici, fra cui sono da ricordare a Roma il complesso di viale Bruno Buozzi, a Brescia il grattacielo progettato da Marcello Piacentini, a Tripoli il palazzo INA in piazza Castello. Il testo è dell’architetto Gino Cipriani, a capo dei servizi tecnico-immobiliari dell’Istituto dal 1924 al 1955.
I testi e le immagini degli anni cinquanta e sessanta, nella loro maggiore sobrietà, non mancano di grande interesse: la previdenza è un gesto volontario che si coniuga con le nuove provvidenze sociali dello Stato democratico. Ancora, l’assicurazione è sempre per tutte le categorie sociali: c’è la polizza dell’impiegato e la polizza dell’artigiano ma anche la polizza popolare per l’operaio, denominata “Lavoro e Famiglia”. Un tema diventa poi predominante nella comunicazione dell’INA: la scuola, l’INA-Scuola. Si distribuiscono atlanti d’Europa e del mondo ma soprattutto carte geografiche dell’Istituto geografico d’Agostini relative alla penisola «per conoscere e amare l’Italia». Anche la grammatica trova spazio in un opuscoletto della Presbitero di Milano.
Diversi opuscoli riportano i disegni di un valido grafico interno all’Istituto: Italo Bergomas.
Nei primi anni sessanta un nuovo evento catalizza tutta l’attenzione: il cinquantenario dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni (1913-1963): per i cinquanta anni d’attività vengono organizzate mostre, concerti e raduni. Un volumetto stampato per l’occasione ripercorre le origini dell’Istituto e la storia delle assicurazioni in Italia, prima e dopo la nascita dall’INA, elogiando nel contempo la previdenza come alto gesto volontario per la protezione della famiglia: non a caso Uomini previdenti, popolo civile – questo è il suo titolo – è dedicato «ai padri [e] a coloro che saranno padri».
La banca dati presenta un’importante selezione di volantini, pieghevoli, opuscoli e volumetti che integralmente digitalizzati offrono la possibilità di ripercorrere, dal punto di vista delle assicurazioni, due periodi importanti della storia d’Italia. Precedono queste due serie i pochi opuscoli superstiti relativi ai primi anni di attività dell’Istituto nazionale.